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Nola
Lions Club Nola Ottaviano Augusto

Presidente: Salvatore Napolitano

Cell.: +39 347 3577503 

s.napolita59@gmail.com

Referente Service: Antonio Bifulco

Cell.: +39 339 1728341

antoniobifulco78@libero.it 

La via ab Regio ad Capuam a Nola e nel suo territorio

 

È plausibile che, come accaduto con altre importanti vie consolari romane, la via Ab Regio ad Capuam 132 sia andata a strutturare e a regolarizzare un asse viario esistente e percorso da molti decenni, forse da secoli, dalle genti del meridione della penisola italica. È intorno a quest’asse che va strutturandosi, già prima dell’arrivo dei Romani, l’organizzazione geopolitica dell’area interna della regione, che ha i suoi centri di potere nelle città di Capua, di Nola e di Nuceria Alfaterna, il cui territorio è oggi compreso in quelli di Nocera Superiore e di Nocera Inferiore.

L’esatto percorso della via Popilia di età romana ci è noto da un documento cartografico, la cosiddetta Tabula Peutingeriana, Vi si osserva chiaramente che la via si snoda lungo l’asse pedecollinare sub-appeninico, attraversando tra il centro dell’antica città di Suessula, non lontano dall’odierna Acerra, tra Capua e Nola e il sito segnato come ad Teglanum, da identificarsi con un luogo di sosta di un certo rilievo, presso una borgata nel territorio dell’odierna Palma Campania, tra Nola e Nuceria.  

I dati in nostro possesso ci rivelano che tutte le strade consolari a lunga percorrenza, compresa la via Appia, definita regina viarum per la sua lunghezza e la sua importanza, alternavano tratti di via silice strata, ovvero pavimentate con basoli di pietra calcarea, a tratti di via terrena, ovvero un semplice battuto stradale, e a tratti di via glarea strata, ovvero una massicciata realizzata con ghiaia.

L’attuale agglomerato urbano di Nola, che solo da alcuni decenni va espandendosi oltre quello che si definisce come centro storico, copre una superficie notevolmente inferiore a quella della Nola di età romano-imperiale.

Oggi va emergendo, grazie agli scavi della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Napoli, l’anfiteatro, fatto costruire dopo la conquista romana della città d’intorno all’80 a.C., addossandone il lato settentrionale sul terrapieno delle coeve mura urbiche.

Proprio all’esterno della cinta muraria, lungo l’odierna via Polveriera emergono dal suolo alcuni mausolei funerari, chiaramente allineati lungo un asse viario, non ancora portato alla luce e posto a diversi metri di profondità. Proprio presso il recinto moderno di uno di essi i club Lions Ottaviano Augusto di Nola ha voluto marcare il legame tra Nola e la via Popilia apponendovi una targa, utile a costruire un solido ponte tra la città contemporanea e le sue radici antiche.

Non disponiamo di dati sufficienti per definire l’esatto tracciato della via Popilia ed essere certi che corrispondesse a quello della via Polveriera o a qualcun altro dei tratti di strade rinvenuti negli scavi eseguiti sul territorio urbano ed extraurbano, ma è ipotizzabile che attraversasse il cuore del centro urbano per uscirne a sud, seguendo grossomodo il percorso dell’odierna via San Paolo Belsito. Proprio nel territorio del piccolo Comune di San Paolo Belsito un altro mausoleo funerario, già segnalato dall’archeologo tedesco Julius Beloch nel suo Campanien del 1890, insiste sul lato nord-est della via provinciale che conduce a sud fino a Palma Campania, la statio ad Teglanum della Tabula Peutingeriana, e di lì ancora fino a Nocera.

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