![](https://static.wixstatic.com/media/b42ad7_50d4cc986cef4e849a4fd4e03ddedac8~mv2.png/v1/fill/w_100,h_89,al_c,q_85,usm_0.66_1.00_0.01,enc_avif,quality_auto/b42ad7_50d4cc986cef4e849a4fd4e03ddedac8~mv2.png)
Villa San Giovanni
Lions Club Villa S. Giovanni Fata Morgana
Via Annia Popilia del Sud - Tratto terminale reggino
Come è ben noto, la visione strategica e la maestria degli antichi romani portò alla costruzione, intorno al 132 d.C., di un imponente asse viario che doveva congiungere Capua a Reggio: la Via Popilia. La strada, della lunghezza di circa 550 km, rappresentava la naturale prosecuzione della Via Appia in direzione Sud, collegando la città Caput Mundi alla “Civitas foederata Regium”.
Al di là dell’importante e impegnativo aspetto ‘ingegneristico’ dell’opera nel suo complesso, sia per lunghezza che per attraversamento di un territorio orograficamente eterogeneo fatto di continue e consistenti variazioni altimetriche con la presenza di torrenti e gole, giova ricordare come lungo il percorso si trovavano diverse “stazioni” con funzione di presidio e/o di vettovagliamento. Nel tratto calabrese da noi preso in esame (Reggio Calabria Nord, a circa una decina di km dal termine) è ipotizzabile la presenza di una/due stazioni di questo tipo delle quali, però, non esiste traccia.
La Via Popilia, in età contemporanea, ha dovuto fare i conti con diverse problematiche socio-economiche, cioè: il suo parziale recupero (vista la sovrapposizione in alcuni tratti con asse viario in uso o con edifici e manufatti) è stato inibito dalla mancanza di adeguate risorse economiche, ovvero dall’impiego di quanto disponibile su altri obiettivi considerati – non necessariamente a torto – più importanti o la cui situazione richiedeva massima urgenza e attenzione (ad esempio, un bene archeologico in pericolo di conservazione). Ad oggi, l’unica porzione di strada all’interno della provincia reggina portata alla luce e recuperata nell’ottica della fruizione culturale ricade all’interno del parco archeologico dei Taureani, nel comune di Palmi (foto 1).
Il tratto da noi preso in considerazione è compreso in un’area ricadente nei comuni di Reggio Calabria, Campo Calabro e Fiumara di Muro, precisamente nella zona nord tra le frazioni di Gallico, Catona, Arghillà, Rosalì, S. Lucia e S. Pietro (foto 2 e 3)
Di quello che fu la Via Popilia rimane, oggi, poco o nulla visibile; il lastricato non affiora in superficie, sebbene qualche persona da noi interpellata ricordi di averne visto piccole porzioni fino a una cinquantina di anni fa. Fortunatamente, abbiamo trovato un proprietario di terreni il quale, ricordandosi bene quanto ascoltato dai parenti ormai defunti, ci ha guidato personalmente a visionare una porzione di quello che era il tracciato dell’antica via romana. Essa, arrivando da Seminara, passava sulle colline che dominano lo Stretto e, attraversando il passo di Tremusa (frazione Melia di Scilla) in prossimità delle grotte (foto 4 ) che venivano utilizzate probabilmente come stazione, scendeva giungendo a Campo Calabro (probabilmente nell’odierna frazione di Matiniti); poi, dovendo attraversare un corso d’acqua (il torrente “Telese” o “Catona”), scollinava passando dalla zona di “Modenelle” e seguiva il declivio fino a intercettare il fiume. Non sappiamo se questo fosse all’epoca navigabile, almeno fino a un certo punto; di sicuro non aveva il carattere prettamente torrentizio che presenta oggi e comunque necessitava di essere attraversato mediante ponte. Nulla risulta dei suoi basamenti o sostegni, del resto mai cercati mediante scavi archeologici. La Via Popilia era un’arteria “principale”, naturalmente; ciò significa che gli spostamenti e il traffico merci avvenivano sul suo percorso e a quello si doveva fare affidamento. In altre parole, alla Via Popilia, intercettando zone densamente popolate o in relativa prossimità a porti, depositi ecc., s’intersecavano strade secondarie (anche extra-urbane) allo scopo di connettersi con l’arteria principale. Una diramazione, ad esempio, si staccava per raggiungere lo Stretto di Messina a Cannitello (ad Columna); nel caso specifico da noi studiato, il tracciato principale continuava più in alto e veniva intersecato in senso grossomodo ortogonale (mare-monti) da una strada che proveniva dalle zone di Fiumara di Muro (foto 5) e giungeva fino all’antico porto di Catona, principale scalo per le navi romane dirette a Regium.
Sul greto del torrente “Catona”, da noi ispezionato nella zona del possibile passaggio, non vi è alcuna evidenza archeologica (d’altra parte, ci saremmo stupiti del contrario, visto lo scorrere delle acque per quasi due millenni, foto 6).
Attraversato il torrente “Catona”, la strada tornava a salire passando per i terreni che abbiamo visitato e di cui mostriamo alcune foto (foto 7-8).
​
Come si può facilmente osservare, non rimane traccia visibile della Via Popilia, ma conosciamo attestazioni toponomastiche come il nome del convento un tempo esistente presso il borgo di Santa Domenica a Gallico superiore (Santa Domenica de Dromo, foto 9).
Parte fondamentale nella ricostruzione del tracciato hanno studi e ricerche di carattere storico locale che raccolgono, in ordine sparso, memorie e notizie tramandate di generazione in generazione. Inerpicandoci lungo una collina che nel secolo scorso era coltivata a vigneto e ulivi, siamo giunti in quello che appariva come un piccolo pianoro nel quale corre una recinzione di confine (foto 10-12). In realtà, si presentava un canalone dopo il quale il terreno continuava a salire; al suo interno non scorre acqua, ma viene utilizzato da tempo come sentiero per quanti si spostano a piedi nelle campagne. È questo il tracciato dell’antica via Popilia che, all’inizio ricalcato dalla stradina carrabile che si vede in foto (13), dalla sottostante fiumara porta al livello di alcuni palazzi di Arghillà/Modenelle, sotto le cui fondamenta dovrebbero trovarsi resti del “dromo”.
​
Anche se si può comprendere la logica che negli anni ha portato a disinteressarsi del recupero dell’antica Via Popilia, frutto di scelte che hanno privilegiato ricerche e messa in sicurezza di vestigia di importante valore storico e artistico (dagli scavi e opere di salvaguardia condotti a Kaulon a quelli di Locri, dalla sistemazione del parco dei Taureani al “podio” di Piazza Garibaldi a Reggio C.), nondimeno non si può dimenticare che poco al di sotto del piano di calpestio, in molti punti del territorio liberi da manufatti, si trova un’opera ingegneristica dall’alto valore sociale e storico; essa, come fonte storica ‘muta’ testimonia di un passato in cui Regium non era una periferia come tante dell’impero romano, ma una civitas le cui radici affondavano nell’illustre passato magnogreco. Senza contare l’utilità che un recupero parziale dell’antica via avrebbe sul piano educativo, è doveroso auspicarlo anche soltanto per conservare memoria di un passato che ancora ha molto da dirci…sul presente e per il nostro futuro.
![foto 1](https://static.wixstatic.com/media/b42ad7_2e1ce6fa618147708d3f757cbf66f6da~mv2.jpg/v1/fill/w_600,h_746,al_c,q_85,enc_avif,quality_auto/b42ad7_2e1ce6fa618147708d3f757cbf66f6da~mv2.jpg)
![foto 2](https://static.wixstatic.com/media/b42ad7_37b7022a29c84840bad1e6d8c78d25d6~mv2.jpg/v1/fill/w_651,h_768,al_c,q_85,enc_avif,quality_auto/b42ad7_37b7022a29c84840bad1e6d8c78d25d6~mv2.jpg)
![foto 3](https://static.wixstatic.com/media/b42ad7_b82302f7c9784a48be701dd2e71eb165~mv2.jpg/v1/fill/w_980,h_391,al_c,q_85,usm_0.66_1.00_0.01,enc_avif,quality_auto/b42ad7_b82302f7c9784a48be701dd2e71eb165~mv2.jpg)
![foto 4](https://static.wixstatic.com/media/b42ad7_c973c486bc1f41de934a35bba435be10~mv2.jpg/v1/fill/w_980,h_735,al_c,q_85,usm_0.66_1.00_0.01,enc_avif,quality_auto/b42ad7_c973c486bc1f41de934a35bba435be10~mv2.jpg)
![foto 5](https://static.wixstatic.com/media/b42ad7_5fa5af7f96194026b2470f7bc542517b~mv2.jpg/v1/fill/w_576,h_768,al_c,q_85,enc_avif,quality_auto/b42ad7_5fa5af7f96194026b2470f7bc542517b~mv2.jpg)
![foto 6](https://static.wixstatic.com/media/b42ad7_0b0232a5cc174beca508cdc069d920a9~mv2.jpg/v1/fill/w_439,h_588,al_c,q_80,enc_avif,quality_auto/b42ad7_0b0232a5cc174beca508cdc069d920a9~mv2.jpg)
![foto 7](https://static.wixstatic.com/media/b42ad7_81a02312cee941d2be07f783eaf65e39~mv2.jpg/v1/fill/w_980,h_735,al_c,q_85,usm_0.66_1.00_0.01,enc_avif,quality_auto/b42ad7_81a02312cee941d2be07f783eaf65e39~mv2.jpg)
![foto 8](https://static.wixstatic.com/media/b42ad7_a1bf4f03c4c348a1995dbb1c1106d0b9~mv2.jpg/v1/fill/w_187,h_249,al_c,q_80,enc_avif,quality_auto/b42ad7_a1bf4f03c4c348a1995dbb1c1106d0b9~mv2.jpg)
![foto 11](https://static.wixstatic.com/media/b42ad7_53f5bb7dfd3548128f1eec2be8301601~mv2.jpg/v1/fill/w_576,h_768,al_c,q_85,enc_avif,quality_auto/b42ad7_53f5bb7dfd3548128f1eec2be8301601~mv2.jpg)